PREVENZIONE
Nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno
ai 25°C, la zanzara può completare un ciclo di sviluppo in meno di
10 giorni, con un picco di massima densità al culmine dell’estate,
tra agosto e settembre. L’azione tesa a contrastarla è di natura
essenzialmente preventiva e deve puntare a limitare tutte le situazioni e i comportamenti
che ne facilitano la riproduzione e la diffusione. La strategia di
lotta, messa a punto dalle istituzioni sanitarie e dai comuni, si concentra soprattutto
sull’individuazione e distruzione dei focolai larvali e sulle campagne di
informazione al cittadino al fine di prevenire la possibilità di deposizione
delle uova. Un altro aspetto fondamentale è monitorare la diffusione dell’insetto.
Per questo, fin dall’inizio degli anni ’90, il Laboratorio di parassitologia
dell’Istituto superiore di sanità è diventato centro di riferimento
per la sorveglianza e il controllo della specie, producendo numerosi
studi al riguardo e coordinando un Programma nazionale di sorveglianza della
zanzara, sistema che attualmente funziona recependo le segnalazioni effettuate
dalle Asl e dai Comuni.
La diffusione della zanzara tigre è
tipicamente urbana, e non si ritrova nelle aree rurali, proprio per la sua propensione
a deporre le uova in piccole raccolta d’acqua. Per questo, è necessario
monitorare tutte le zone in cui l’acqua ristagna, come i sottovasi di piante
e fiori, le aiuole e le vasche e fontane ornamentali, qualsiasi contenitore lasciato
all’aperto, le grondaie, ecc. Oltre a un monitoraggio sistematico, effettuato
per esempio con l’impiego di ovitrappole, le istituzioni locali dovrebbero
provvedere a:
- pulire i tombini prima dell’inizio dei trattamenti
- effettuare trattamenti larvicidi perlomeno con cadenza quindicinale
nei tombini e in tutte le zone di scolo e ristagno poste in aree pubbliche
-
effettuare interventi mirati a disinfestare le popolazioni di zanzare adulte nelle
aree scolastiche e in altre zone dove l’infestazione sia particolarmente
intensa. Questi interventi possono essere realizzati con insetticidi di sintesi,
i piretroidi, che però hanno caratteristiche molto diverse dal tradizionale
Ddt e che non vengono in ogni caso spruzzati in modo indistinto nell’ambiente,
ma mirati a zone precise. Sono prodotti in solventi acquosi, e quindi hanno un
minore impatto sull’ambiente e sulla salute e sono abbattenti e non persistenti.
Non rischiano quindi di generare resistenze, ma hanno un’azione acuta e
non cronica, uccidendo le zanzare all’istante. Evidentemente, però,
un intervento di questo tipo richiede una preparazione accurata, sia per l’individuazione
del sito dove le zanzare si riposano e quindi possono essere colpite, sia per
allertare la popolazione che si trova in quella zona
- mettere a punto
campagne informative che coinvolgano i cittadini nella lotta alla zanzara tigre,
utilizzando tutte le strategie di coinvolgimento di tutte le fasce della popolazione,
come per esempio gli anziani che si recano con frequenza ai cimiteri, che rappresentano
una delle aree a rischio di infestazione della zanzara.
I cittadini
infatti possono efficacemente contribuire alla lotta cercando di: -
evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che possano
raccogliere l’acqua piovana
- eliminare l’acqua dai sottovasi,
dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni
- innaffiare direttamente
con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto
- eventualmente, se necessario l’uso di recipienti per la raccolta
dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata
e tesa
- pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno
durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante al riparo dai
freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano,
all’arrivo della primavera quando le temperature salgono e le piante vengono
nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova invernali facilitando notevolmente
la diffusione della zanzara stessa nell’ambiente
- introdurre pesci
rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei
giardini
trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno
dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi specifici
che si acquistano in farmacia. In particolare, il prodotto più diffuso
e consigliato è il Bacillus thuringiensis israelensis. Questo
prodotto, derivato da un batterio capace di produrre una tossina ad azione molto
specifica contro la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non
di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente, uccide
solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre specie non causando
quindi grande impatto, si degrada molto velocemente e quindi non persiste. Questo
è indubbiamente un grosso vantaggio sotto il profilo della salvaguardia
ambientale anche se obbliga a ripetere il trattamento con una certa frequenza.
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