LA
LOTTA ALLA ZANZARA TIGRE La lotta alla Zanzara Tigre richiede uno sforzo coordinato tra tutti gli attori in campo: i Comuni, responsabili delle disinfestazioni degli spazi pubblici, le Ausl che mettono a disposizione le competenze specifiche per fare da supporto sia nella fase preventiva che in quella di trattamento, la Regione che coordina il monitoraggio su scala regionale le previsioni e la campagna di disinfestazione e, infine, i cittadini che devono essere coinvolti attivamente nella prevenzione e nei trattamenti perché il problema possa essere gestito adeguatamente. E’ importante ricordare che le aree private costituiscono la maggior parte dei siti a rischio che devono essere controllati e trattati regolarmente (70-80%). Questi dati sono stati confermati da una prova condotta nel corso del 2005 in due zone del cesenate con caratteristiche urbanistiche e ambientali molto simili. L’indagine ha dimostrato che trattare le aree pubbliche e lasciare ai cittadini, anche se correttamente informati, piena autonomia nel trattamento di quelle private non garantisce un buon controllo della popolazione di Zanzara Tigre. Al contrario, l’area trattata regolarmente, anche negli spazi privati, da parte di operatori dell’Ausl di Cesena ha dato risultati significativamente migliori nel controllo delle infestazioni. E’ quindi necessario promuovere forme di coinvolgimento attivo dei cittadini affinché si facciano carico delle operazioni di disinfestazione e garantiscano che tutte le misure di prevenzione e di trattamento siano eseguite con regolarità e costanza. Le esperienze messe a punto dalla diverse AUSL della Regione Emilia-Romagna, hanno dimostrato che nelle nostre zone è necessario ricorrere a diverse tecniche di lotta contemporaneamente. Le strategie da mettere in campo sono le seguenti:
MISURE PREVENTIVE Diversi studi hanno permesso di identificare la tipologia dei siti a rischio di infestazione. In particolare, vale la pena di ricordare che nelle aree pubbliche, il maggiore rischio è rappresentato da tombini, pozzetti stradali e canali di scolo delle acque piovane. Nelle aree private, invece, siti a rischio sono i tombini di strade e giardini, gli scoli, le grondaie se otturate con materiali in decomposizione, i sottovasi, le cisterne e tutti i contenitori lasciati all’aperto e nei quali si possono formare ristagni d’acqua, i giochi per bambini come le piscinette lasciati pieni d’acqua, i vivai, i piazzali, gli abbeveratoi per animali, i teli e i cumuli di materiali sui quali si possono formare pozze d’acqua, le fontane e le vasche ornamentali. Dato che l’elemento fondamentale per la schiusa delle uova di zanzara e lo sviluppo delle larve è l’acqua, anche in piccole quantità, le azioni preventive da attuare rigorosamente sono le seguenti:
STRATEGIE DI LOTTA ANTILARVALE I prodotti larvicidi sono necessari per trattare i focolai che non si possono eliminare e nei quali permane l’acqua, come i pozzetti stradali, le caditoie, i tombini e tutti gli altri ambienti nei quali si possa verificare un ristagno. Esistono diversi prodotti larvicidi, tutti reperibili con facilità e a basso costo. Alcuni prodotti utilizzabili allo scopo sono il Diflubenzuron, il Methoprene e il Pyriproxyfen. Naturalmente, questi principi attivi sono venduti sotto forma di diversi formulati commerciali distribuiti in commercio. Per le vasche ornamentali si è appurato che i comuni Pesci rossi (Carassius auratus) e la Gambusia (Gambusia holbrooki) svolgono una predazione efficace, completa e duratura. Sono sufficienti 2 esemplari di carassio/m2 e 3-4 gambusie/m2 per ottenere buoni risultati. Ricorda! La Gambusia così come prescritto dalla Legge Regionale n. 11 del 22/02/1993 (“Tutela e sviluppo della fauna ittica e regolazione della pesca in Emilia-Romagna”) può essere soltanto allevata e non immessa nelle acque interne. E’ quindi necessario che le vasche nelle quali viene introdotta non siano in contatto con la rete idrica di superficie. Questo vale anche per i pesci rossi che sono attivi predatori in grado di mettere a rischio gli equilibri di ambienti naturali. Cosa non fare: l’uso del rame nei tombini e sottovasi Una delle indicazioni caratteristiche date in passato per la lotta contro la Zanzara Tigre è quella di utilizzare il rame come larvicida. Tuttavia, una serie di prove effettuate in Regione sconsiglia questa pratica, anche alla luce del problema del rischio di accumulo di grandi quantità di questo materiale nell’ambiente. Consulta anche gli studi: Importanza ed efficacia dei trattamenti antilarvali effettuati nei focolai di Aedes albopictus, presenti in aree private del territorio Comunale di Cesena nella stagione 2005, con impiego di Bacillus thuringiensis var. israelensis in:“Caratteristiche degli ambienti e presenza di zanzara tigre: indagine sui diversi ambiti insediativi nel territorio urbano. Claudio Venturelli -Dip.to di Sanità pubblica di Cesena e Federico Maggioli- Dip.to di Scienze Biomediche comparate Fac. Med. Veterinaria Università di Teramo Studio sul ruolo di Temephos nella lotta larvicida di Roberta Colonna, Daniele Franceschelli, Francesco Romagnoli, Giovanni Di Benedetto, Gianluca Selva, Anna Medici, Romeo Bellini – Centro Agricoltura Ambiente “G.Nicoli”, Crevalcore, BolognaLOTTA AGLI ADULTI
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Progetto zanzara. Informazioni utili per combattere la zanzara tigre. È una iniziativa di Sanif Srl |